La ricezione di Jordan Bouah dalle mani di Luke Zahradka a pochi secondi dalla fine della partita contro l’Austria, in quello che si può tranquillamente definire il più grande upset della storia recente del football americano europeo, ha regalato all’Italia la possibilità di giocarsi domenica 20 ottobre al Vigorelli di Milano contro la Svizzera la possibilità di tornare nell’elìte continentale: in palio c’è un posto tra le prime quattro d’Europa e la possibilità di giocarsi il titolo nel 2020.
Ma come si è arrivati a disputare questa edizione del massimo torneo continentale per selezioni nazionali?
Dopo alcuni anni di tormenti e confusione il nuovo consiglio direttivo dell’IFAF sta provando a dare stabilità al movimento, e per prima cosa si è concentrato su quella che poteva essere la formula migliore per il Campionato Europeo.
Abbiamo chiesto a Fabio Tortosa, consigliere federale della FIDAF e rappresentante italiano all’interno del consiglio IFAF, di spiegarci come è nato questo europeo di cui il Blue Team sta diventando grande protagonista.
“L’IFAF ha innanzitutto indetto una sorta di bando per raccogliere le adesioni delle varie federazioni al progetto, e ne sono arrivate 17 – spiega Tortosa – in seguito l’attuale Presidente di IFAF Europe Gregor Murth (Austria) ha nominato una Commissione atta allo studio di quella che doveva essere la formula del torneo. Di questa commissione fanno parte Roope Noronen (Finlandia), Lars Carlsen (Danimarca), Pierre Trochet (Francia) ed il sottoscritto. L’idea era quella di creare una manifestazione che permettesse alle varie squadre nazionali di giocare due partite all’anno (una in casa ed una in trasferta), un po’ sulla base di quello che UEFA per il calcio ha fatto con la Nations Cup. Si è così stabilito di formare due gruppi stilando un ranking 1/17 delle nazionali che hanno aderito, inserendo le prime 12 nel gruppo A (principale) e le restanti 5 nel gruppo B. Le dodici squadre del Gruppo A sono state poi suddivise in 4 sottogruppi da 3 squadre, proprio per far sì che tutti giocassero due partite, individuando 4 teste di serie e inserendo le restanti 8 nei gruppi con criterio territoriale. Nel caso del raggruppamento del Blue Team la testa di serie è l’Austria, con noi e Svizzera a completare. Gli altri sottogruppi sono formati uno da (la prima è la testa di serie, ndr) Francia, Serbia e Repubblica Ceca, uno da Finlandia Danimarca e Olanda e l’ultimo da Svezia Gran Bretagna e Russia. Nel 2019 si stanno giocando dunque questi “triangolari” che stabiliranno le squadre che giocheranno le varie fasi finali nel 2020. La prima di ogni sottogruppo avanza alla “final four”, la vincente della quale sarà Campione d’Europa (posti da 1 a 4), le seconde giocheranno per acquisire la migliore posizione possibile nel ranking per la competizione successiva (posti da 5 a 8), le ultime giocheranno per evitare la retrocessione nel Gruppo B (posti 9-12), con formula di semifinali e finali che consentiranno alle squadre di giocare nuovamente due partite a testa. Il gruppo B, formato da Spagna, Israele, Turchia, Ungheria e Belgio (squadre da 13 a 17 del ranking) giocheranno un girone all’italiana da 4 partite ciascuno (due nel 2019 e due nel 2020). La prima verrà promossa nel Gruppo A a scapito della dodicesima”.
Questa dunque la formula attuale del Campionato Europeo di football americano, magari un po’ complicata da capire ma devo dire assolutamente efficace e con la qualità di poter mettere delle basi solide per gli anni a venire in un’ottica di continuità.
Non sono escluse comunque novità, come precisa ancora Tortosa: “Il primo novembre a Londra si terrà il Congresso dell’IFAF, nel quale si farà un primo bilancio sulla base delle partite già giocate e si discuterà di eventuali accorgimenti e miglioramenti che potranno essere apportati, anche sulla base del fatto che sono in vista nuove adesioni al progetto, come quelle delle federazioni di Polonia, Norvegia e Irlanda. Nel caso si dovranno stabilire i nuovi criteri di ammissione al ranking ed eventuali correzioni nella formula, che al momento sembra comunque vincente”.
Fare chiarezza sulla formula di questo nuovo campionato europeo mi sembrava doveroso, anche per dare il giusto peso all’impresa del Blue Team in Austria e capire quanto sia evidentemente importante la partita di domenica prossima al Vigorelli contro la Svizzera.
L’accesso alla Final Four continentale consentirebbe all’Italia non solo di tornare a respirare i profumi inebrianti che una semifinale europea può dare, ma anche di garantirsi un posto di rilievo per le competizioni future, stimolando ulteriormente il lavoro del coaching staff per il futuro.
Dopo l’impresa di Vienna il Blue Team partirà questa volta da favorito, e la pressione per il conseguimento del risultato è almeno triplicata: vi aspettiamo dunque numerosissimi al Vigorelli per sostenere e spingere l’Italia verso quella che sarebbe una vittoria importantissima.
Dario Aviano
foto Giulio Busi